oggi burdel volgio farvi riflettere…
con due storielle
la storia dei sorrisi e la storia dei biscotti
-il bambino molto piccolo a causa della digestione distende i muscoli facciali producendo una smorfia simile al sorrido che però non è un vero sorriso, è solo un distensione muscolare. le madri nonostante tutto sono TUTTE propense a coniderare questo riflesso incondizionato come un sorriso e pensano che il bambino voglia comunicare loro: "sto bene, sei una brava mamma, va tutto bene!" ma in realtà non è così. è solo la loro (erronea) interpretazione.
riflettete dunque su quante volte noi, tutti noi, vediamo ovunque dei segnali (li vediamo davvero ovunque, scritti sui muri, nelle canzoni, nei volantii che ti danno per strada, nelle poesie) che sembrano volerci dire certe cose quando in realtà siamo solo noi che vogliamo vederle, che le interpretiamo come ci fa più comodo perchè vogliamo che ci dicano certe cose… (a me succede!!!)
-una donna entra in un negozio, compra un pacco di biscotti e una rivista di moda, esce e si mette alla fermata ad aspettare l’autobus. si annoia e cercando di passare il tempo tira fuori dalla borsa la rivista e si mette a leggere. poco dopo vede che il ragazzo seduto vicino a lei apre il suo pacco di biscotti e inizia a mangiarli. sconcertata gli lancia una gran occhiataccia e il ragazzo gli offre un biscotto. che affronto! lei gli strappa il biscotto dalle mani in malo modo e se lo mangia. il ragazzo stupito riceve una telefonata e appoggia sulla panchina il pacco di biscotti e risponde al telefono. la donna arrabbiatissima prende il pacco di biscotti e inizia a mangiarseli con rabbia uno dopo l’altro. la telefonata finisce e il ragazzo va per riprendere il pacchetto ma si accorge che è vuota e guardandola male lo butta. ariva l’autobus e la signora urtata dalla sfrontataggine del ragazzo sale subito. l’autobus riparte e la signora pensa bene di lanciare un ultima occhiata di disprezzo al ragazzo che erar imasto alla fermata e cosa vede? li, per terra, il suo pacco di biscotti. le era caduto quando aveva preso dalla borsa la rivista e ovviamente non era quello che il ragazzo aveva aperto e che lei aveva finito.
questo ci insegna a non dare per scontato troppe cose. a non pensare di aver capito gli altri dai loro gesti e dalle loro azioni anche se sembrano inequivocabili.
riflette burdel!!!
PS:
un ultima cosa…
se sieta a bologna e piove…e state attraversando la strada…
anche se vi passa davanti un ragazzo moro, non tanto alto, col cappotto nero, la sciarpina rossa, gli occhiali da vista
NON fermatevi a guardarlo!
o le vostmiche vi grideranno "attenta silvia!!!"
e vi daranno un grande strattone al braccio per evitare che un enorme autobus a due piani vi venga addosso!
(questo ovviamente è solo un esempio…il fatto che il soggetto in questione sia "il mio tipo ideale, il soggetto che mi fermerei a guardare" il fatto che io mi chiami come la tipa e che io vada a bologna non c’entra…nono…a me non è mai successo… :D)
qui non arrivano gli angeli 